Crosetto: “Non esiste nessun caso dossieraggio: basta una sola mela marcia per fare danni”
Ieri esprimeva “preoccupazione sugli articoli contenenti informazioni riservate”, “perplessità sulla possibile provenienza dell'informazione dall'interno degli stessi apparati di sicurezza”. Oggi invece il ministro della Difesa Guido Crosetto ridimensiona e punta il dito su “una sola mela marcia”.
Il caso dei dossier
Basta mettere in fila le dichiarazioni per comprendere la tensione insita nella partita che si sta giocando all'Interno del Governo e della maggioranza. Tutto nasce dall'inchiesta di Perugia sul caso dei dossieraggil'indagine coordinata dal procuratore Raffaele Cantone che coinvolge principalmente il finanziere spione Pasquale Striano e il magistrato della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati.
“Preoccupazione per gli articoli con informazioni riservate”
Agli atti dell'inchiesta, più precisamente nella richiesta di arresto a carico dei due indagati poi rigettata dal gip, emerge un passaggio del ministro Crosetto sui Servizi. Nelle 206 pagine è spiegato che Crosetto, il 22 gennaio scorso, ha esternato a Cantone la propria preoccupazione “in relazione alla pubblicazione di articoli con informazioni riservate”. Si riferiva evidentemente a un'inchiesta con cui il Domani raccontava che la moglie del Ministro aveva partecipato a un concorso all'Aise, i servizi esteri. Il sospetto era chiaro: quella informazione proveniva “dall'interno degli stessi apparati di sicurezza”. Una preoccupazione espressa in diversi sedi, anche conferendo con il presidente del Consiglio. Anche Cantone si è rivolto al presidente del Consiglio, che “per il tramite del sottosegretario ha informato questo ufficio di avere svolto accertamentiescludendo il coinvolgimento degli organismi di intelligenza interni”, si legge nella richiesta d'arresto.
“Illazioni e assurde ricostruzioni”
Adesso, quando gli atti sono già depositati e noti alle parti, ei principali quotidiani hanno ricostruito la vicenda, Crosetto interviene e bolla tutto come “assurde ricostruzioni” e “illazioni”: “Mi ero limitato a evidenziare al procuratore capo di Perugia come una notizia (irrilevante e anche falsificata) apparsa su un quotidiano non potesse che provenire dall'interno dell'Aisetrattandosi di questioni coperte dalla legge 124/2007 e quindi secretate”, dice il Ministro. “Su questa vicenda, di cui avevo informato i vertici del comparto, ho poi avuto totale e piena cooperazione. L'idea stessa che la mia sfiducia riguardasse l'organizzazione oi suoi vertici è più ridicola che falsa”.
“Basta una sola mela marcia a fare danni”
“Purtroppo”, conclude il ministro, “basta una sola mela marcia a fare danni. L'importante è individuarle ed agire di conseguenza. Anche perché l'esistenza di rapporti distorti tra servizi e informazione rappresenterebbe una minaccia reale all'assetto democratico. In In Italia invece i servizi rappresentano un presidio di piena legalità e democrazia che sa anche depurarsi quando servire”.