Lev Kreitman, chi è il riservista sopravvissuto al 7 ottobre che ha fermato il terrorista di Jaffa
Ingegnere militare, sopravvissuto a un attento, eroe nazionale. Lev Kreitmann negli ultimi mesi ha vissuto molti traumi. Era al Festival Nova il 7 ottobre, quando Hamas massacrò tanti giovani israeliani, colpevoli di volersi divertire. Poi, come riservista, è stato inviato a Gaza, a Khan Yunis per la precisione, dove ha servito per mesi come ingegnere militare, con il compito di neutralizzare le minacce dei tunnel. Infine, ieri sera, un'azione di coraggio che lo ha reso famoso in tutto il mondo: è stato lui aeliminare uno dei terroristi responsabilità dell'attentato a Jaffazona sud di Tel Aviv, che ha provocato sette morti e diversi feriti.
Quando i terroristi hanno aperto il fuoco contro i passanti nei pressi di casa sua, Lev Kreitman è entrato subito in azione, ferendo mortalmente uno dei due. Un video che circola sui social network mostra il giovane, poco più di trent'anni, con maglietta rosa, capelli lunghi raccolti in uno chignon e infradito, mentre spara ai terroristi. In altri video pubblicati su X, girati verosimilmente dalle finestre degli appartamenti della zona, lo si vede camminare tra i soldati in uniforme dell'IDF che sorvegliano la scena.
Come riportato da Inoltraredal 2023 Lev Kreitman è il CEO di Midburnversione israeliana del più celebre festival statunitense Burning Man. Prima della nomina a presidente della kermesse, ha gestito una delle sue installazioni più popolari, una cupola geodetica a LED multicolore nota come Technodrom. I giornali si erano già occupati di lui all'inizio di quest'anno, quando portò al Burning Man di Black Rock City, in Nevada, un cartello di legno con i nomi di cinque membri della comunità di Midburn uccisi dai terroristi di Hamas e di Hezbollah.
Recentemente Lev Kreitman ha affidato ai social network il racconto di un episodio avvenuto a Gaza in cui ha rischiato la vita. Una mattina il giovane stava indossando i tefillin, ossia le scatolette di cuoio contenenti versetti della Torà che gli ebrei legati sul braccio sinistro e sulla testa. Avvisato via radio di un imminente attacco dei terroristi, si tolse i tefillin per indossare il casco protettivo.
La protezione per la testa era dotata di un dispositivo metallico sulla fronte che non ha avuto il tempo di rimuovere e che gli ha letteralmente salvato la pelle, riporta il Corriere: “Mi hanno sparato tre volte alla testa e, grazie a Dio, per miracolo, gli impatti sono stati su quel metallo che non ho avuto la possibilità di rimuovere”.