Tim, il governo ricorre in Cassazione contro il rimborso da un miliardo per il canone del 1998
ROMA – Il governo ha fatto ricorso contro la restituzione a Tim del canone concessorio da 500 milioni più interessi dal 1998, per una somma che sale fino a un miliardo. Il canone era stato preteso dallo Stato 25 anni fa e era di poco superiore a 500 milioni di euro. Dopo un lungo iter giudiziario si è arrivato lo scorso aprile alla sentenza della Corte d'appello che ha dato ragione al gruppo di telecomunicazioni guidato da Pietro Labriola. Palazzo Chigi aveva già comunicato, al momento della sentenza, l'intenzione di fare ricorso in Cassazione contro la pronuncia. Ora, secondo le prime indiscrezioni, il lungo ricorso contro la decisione di appello è stato depositato. I termini per ricorrere sarebbero dovuti scadere a breve.
Negli scorsi anni, nella querelle giudiziaria era intervenuta anche la Corte di giustizia dell'Unione europea, segnalando il contrasto tra la direttiva sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e le norme nazionaliche avevano prorogato per il 1998 l'obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di settore.
Come ricordato da Equita già in passato un iter processuale molto simile è stato seguito da Vodafone Italia, che nel 2014 ha vinto il ricorso contro il ministero e incassato i 49 milioni dovuti, vincendo poi anche il definitivo ricorso in Cassazione nel 2020. Le attese di Tim sull'esito della causa sono quindi molto alte.