News

«Un progetto che aiuta gli arabi cristiani a riconoscersi e dialogare con le altre fedi»


Padre Stefano Luca

«Trovo questo progetto non solo interessante, ma anche necessario. Sino ad oggi il grande punto di riferimento per la Bibbia in arabo è stato la traduzione realizzata dai Gesuiti in Libano. Questa traduzione ex-novo, con un così ricco apparato critico, offre ai cristiani di lingua araba la possibilità di un maggiore approfondimento della Sacra Scrittura. Uno strumento utile non solo per i fedeli, ma anche per le guide religiose che potranno così accompagnare con maggior attenzione il Popolo di Dio». È il commento di padre Stefano Luca sulla pubblicazione della Bibbia in lingua araba.

Luca vive ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, è frate minore cappuccino della Provincia di Lombardia e attualmente dirige l'Ufficio per il Dialogo Interreligioso ed Ecumenico del Vicariato Apostolico dell'Arabia Meridionale. Inoltre, presta il suo servizio presso l'Casa della Famiglia Abramitica.

La sua esperienza nella città emiratina è cominciata nel settembre del 2023. La Casa della Famiglia Abramitica è un luogo in cui sorgono affiancate una chiesa cattolica, una moschea e una sinagoga. «Ci ​​troviamo», spiega il religioso, «nel distretto culturale di Abu Dhabi, vicino al museo del Louvre e dove stanno sorgendo altri quattro musei. Noi stiamo al centro di questo distretto culturale per promuovere la cultura del dialogo e per essere ponte fra tutte le culture. Non siamo un museo, ma un luogo di culto dove le tre religioni che si rifanno, seppur in modo differente, ad Abramo hanno a disposizione edifici delle medesime dimensioni, 30 metri per 30. C'è poi il forum che connette le tre case di culto dove le comunità fanno incontri, workshop e altre attività».

Padre Luca, che ha pubblicato per Terra Santa Edizioni Teologia delle differenze, un saggio dedicato alle nuove prospettive per la missione francescana nel dialogo con l'Islam, ricorda che la Casa della Famiglia Abramitica «è una prima ricezione concreta del documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato proprio ad Abu Dhabi nel 2019 da papà Francesco e dal Grande Imam al-Tayyeb.

Padre Luca, che lavora in un Vicariato dove vivono un milione e mezzo di cattolici provenienti soprattutto dall'Asia, ricorda che «abbiamo sì elementi in comune, ma occorre riconoscere che siamo diversi. Le differenze non ci rendono lontani, ma sono quella bellezza che ci fa arricchire la vicenda. La differenza del fratello mi aiuta a prendere in considerazione le domande profonde della mia fede. Spero che questa nuova traduzione offra un linguaggio in cui i fedeli cristiani possano rispecchiarsi con facilità. Questo li aiuterebbe certamente ad approfondire la lettura, la comprensione e la meditazione della Parola del Signore. Papa Francesco nel suo discorso in occasione del convegno “La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del mediterraneo” svolto a Napoli nel 2019, chiese di lavorare per una “Pentecoste teologica”, che permetta alle donne e agli uomini del nostro tempo di ascoltare “nella propria lingua” una riflessione cristiana che risponde alla loro ricerca di senso e di vita piena. Credo che questo progetto risponda esattamente a questo appello del Santo Padre».





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *