Così Netanyahu ha indebolito l'Iran
La folta schiera dei critici di Netanyahu in Israele e nel mondo intero è sul piede di guerra: interessante che i pacifisti siano contro il cessate il fuoco; da destra molti avrebbero voluto vedere stavolta la fine degli Hezbollah, la organizzazione maggiore terroristica del Medioriente, il braccio destro del drago omicida, l'Iran. Anche questo non è accaduto.
Tuttavia, se l'onestà per una volta prevarrà sulla politica, non si può che lodare Netanyahu per la leadership e il coraggio che ha portato a questo ritmo: dal punto di vista strategico, Netanyahu ha compiuto la scelta onesta di affrontare la realtà senza fantasie di vittorie assolute. Gli Hezbollah anche se azzoppati e monchi vorranno tornare sul campo, ma intanto si è rotto il cerchio di fuoco formato da Nasrallah e Sinwar, ambedue eliminati; le spaventose riserve di missili sono in parte state distrutte, la via con la Siria è tagliata, Hamas ha perso la sua sponda maggiore e chiede di riaprire finalmente la questione degli ostaggi. Lo Tzir Philadelphi, il suo polmone di rifornimento è in mano a Israele, i suoi leader dispersi o morti. La schiera di garanti del cessate il fuoco ha dovuto compiere passi che portano a pensare che l'antagonismo contro Israele sia temporaneo e labile: la Turchia si è messa disposizione, dopo che Erdogan chiamò «Hitler» il premier israeliano e gli giurò odio eterno; la Francia ha rinunciato all'idea criminale di arrestare Netanyahu e Gallant secondo l'ordine della Cpi. Si apre uno scenario in cui si riaffaccia l'Arabia Saudita, ha detto Biden, e si intravede, quando Trump si instaurerà, una situazione per cui l'Iran ha già iniziato a fingersi contento della tregua: in realtà è stato schiacciato dalla forza autonoma di Israele e dalla sua alleanza con gli Usa, forte oggi con Biden, e più forte domani con Trump. E questo, nonostante si sia cercato in questi mesi di imporre senza sosta a Netanyahu di abbandonare il campo, di lasciare Hamas in vita e gli Hezbollah padroni del confine Nord. Rifiutandosi di farlo ed esercitando il diritto alla difesa, Bibi è diventato oggetto delle calunnie del mondo intero: assassino, guerrafondaio, genocida.
Il terribile risveglio di Be'eri per lui è stata una svolta conoscitiva simile probabilmente a quella che il mondo dovette affrontare con la salita al potere di Hitler. La sua decisione di distruggere Hamas ma di trovare un varco nella vicenda libanese per riaprire un grande processo di pace che tenga nell'orizzonte la promessa di distruggere la macchina motrice della guerra, l'Iran, è la strada che ha evitato la sconfitta e portato a imboccare una strada nuova. Bibi sa che Israele è solo a difendersi, ma che ha dalla sua la solidità della storia plurimillenaria e la giovinezza dei soldati sul campo, lo Stato d'Israele che parte dell'Occidente sa, nonostante tutto, essere il suo scudo ultimativo.
Hezbollah adesso è stato costretto ad accettare un cessate il fuoco senza legarlo all'uscita da Gaza e questo rompe l'anello di fuoco dell'Iran. Altro verrà, Netanyahu sa che il Medioriente prepara una sorpresa al giorno; ma l'Iran adesso è molto più debole del 6 ottobre.