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Venerdì a singhiozzo, ma c’è un fattore a favore della Ferrari: ecco perché non è finita…


Per Sprint e GP le performance delle rosse saranno migliori grazie a temperature diverse e set di gomme risparmiati: nel box della Scuderia credeva fermamente alla rimonta su McLaren

Paolo Filisetti

29 novembre – 21:40 – LUSAIL (QATAR)

La Qualifiche sprint del GP Qatar di F1 ha decretato in modo evidente quanto già si sapeva alla vigilia, ovvero che la McLaren MCL38 fosse la monoposto più performante su questo tracciato. In realtà l'unica sessione di prove libere aveva lasciato intravvedere altro, ovvero la FerrariSF-24 di Leclerc davanti a Norris di circa quattro decimi, e soprattutto, nell'analisi dei singoli settori, la rossa del monegasco aveva distanziato nei curvoni veloci la McLaren di 0,26 secondi. Le qualifiche Sprint serali hanno invece messo in risalto quanto l'efficienza aerodinamica della McLaren con configurazione da massimo carico le consentisse non solo di essere veloce sul dritto, ma – proprio per l'appoggio garantito dalle ali da alto carico – di indurre energia sugli pneumatici in modo tale da sfruttare il massimo grip dato da pressioni/temperature interne di esercizio ideali.

i fattori pro ferrari

Se prima vista l'esito delle qualifiche sprint può apparire come una doccia fredda sulle ambizioni Ferrari di accorciare le distanze nella classifica Costruttori dal team di Woking, è altrettanto corretto riportare come nella Scuderia questo non sia lo stato d'animo e men che meno l'intima credenza. Da indiscrezioni raccolte nel paddock di Lusail, infatti, il distacco subito era in parte prevedibile, tenendo anche in considerazione la convinzione da parte di diversi tecnici che la McLaren in FP1 aveva imbarcato almeno una decina di kg di carburante in più dei diretti rivali, secondo quello che è un approccio consolidato del team diretto da Andrea Stella. È altrettanto opportuno sottolineare come la Ferrari nelle FP1 ho svolto un lavoro praticamente opposto a quello dei rivali e in pratica di tutti gli altri team. È stato massimizzato l'utilizzo delle coperture hard puntando a risparmiare un set di medie in più dei rivali in preparazione della gara. È altrettanto opportuno considerare che in FP1 la temperatura dell'asfalto fosse più alta di quasi quattro gradi rispetto alla SQ passando da 25,3 a 21,6°C. Ciò aveva permesso nelle prove libere di non accusare sottosterzo, poi emerso nella sessione successiva di qualifica.

la ferrari ci crede

Domani questo potrebbe essere un viatico di non secondaria importanza, proprio perché non essendo ulteriormente indotto il fenomeno, potrebbe essere plausibile un recupero a livello di performance. È corretto aggiungere che la Scuderia abbia sinora svolto in modo coerente con i dati emersi dalle simulazioni l'intero programma di lavoro, che nella previsione della Sprint, ma soprattutto della gara di domenica, prevedeva e ricercava l'assetto migliore a livello di comprensione e gestione degli pneumatici. In sostanza, considerare il risultato delle qualifiche sprint indicative dell'andamento dell'intero fine settimana potrebbe rivelarsi assolutamente fuorviante. In Ferrari ci crediamo ancora.





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