Economia Finanza

Aznar: «In Spagna preoccupa la sostenibilità del debito, ma il problema è politico»



Sta dicendo che le basi dell'attuale crescita economica risalgono anche al passato? Lei è stato al governo per otto anni, e poi è arrivato il socialista Luis Zapatero.

Noi avevamo creato 5,5 milioni di posti di lavoro, siamo entrati nell'euro, abbiamo realizzato una crescita del Pil del 64%. Abbiamo introdotto in Spagna liberalizzazioni, privatizzazioni, competenza. Era un'altra politica. Adesso l'obiettivo è controllare le aziende, non essere più competitivi ma distribuire più denaro, non cercare gli equilibri per avere più opportunità, ma andare avanti con l'indebitamento, il deficit. Ci sono grandi differenze politiche tra la Spagna di prima e quella di adesso.

In un bel saggio dell'economista spagnolo Víctor Pérez Diaz, “La lezione spagnola”, pubblicato in Italia dal Mulino nel 2003, due autorevoli intellettuali italiani, Michele Salvati e Ilvo Diamanti, spiegavano perché la Spagna dopo il franchismo era riuscita a diventare un modello per l'Europa. In Spagna, ciascuna delle stagioni precedenti si insedia senza rinnegare quella che l'ha preceduta. Il passato viene ricordato di comune accordo per superare le divisioni, mentre in Italia il passato viene drammatizzato e condannato. Insomma, voi spagnoli siete stati capaci di evitare il conflitto politico permanente.

Fino ad oggi. Il problema di Pedro Sanchez è che ha rotto questa attitudine politica. Sanchez ha rotto le politiche della transizione spagnola, i consensi costituzionali, il dialogo tra il Partito popolare e il Partito socialista. Ha scelto una coalizione radicale. Sanchez ha il solo obiettivo di restare al governo, e lo usa soltanto per durare e per dividere gli spagnoli.

All'inizio di questa intervista lei ha detto che una delle tre ragioni della crescita economica spagnola sta nell'arrivo di migranti. A loro si deve l’aumento della popolazione. Condividerà almeno questa scelta del governo che peraltro ha annunciato di voler regolarizzare, da qui al 2027, novecentomila migranti, proprio per continuare il boost dell'economia e garantire il Welfare spagnolo.



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