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Moe Berg, la spia “atomica” che sapeva giocare a baseball




Una dozzina di stagioni nella Major League Baseball come ricevitore, e due medaglie al valore per i servizi resi sul campo di battaglia più delicato: quello dello spionaggio che ruotava attorno alle informazioni vitali per lo sviluppo dell'arma più letale di tutte, la bomba atomica. È questo il palmares di Morris Moe Berg. Forse uno dei più controversi agenti segreti della seconda guerra mondiale e della storia. Più di Riccardo Sorgepiù di George Blake. E non perché fosse un temerario doppiogiochista o un idealista, ma per il suo profilo da genio solitario e poliglotta che sapeva giocare a baseball e si era prestato all'Oss, il servizio segreto statunitense progenitore dell'odierna Cia.

Un catcher dei servizi segreti

Nato a New York, si era laureato con lode a Princeton nel 1923 e alla Columbia nel 1928, e aveva seguito un corso di perfezionamento alla Sorbona. Per i cronisti sportivi era niente meno che”l'uomo più strano che abbia mai giocato a baseball“. Nel ruolo di ricevitore giocò in squadre di categoria come i Brooklyn Dodgers ei famosi Boston Red Soxguadagnandosi anche la fama di più intelligente del baseball, date le spiccate qualità di poliglotta che non sarebbero state sottovalutate dall'Ufficio dei servizi strategici quando gli Stati Uniti d'America decisero di entrare, o di lasciarsi trascinare, nel Secondo conflitto mondiale.

Figlio di un farmacista ebreo che credeva fermamente nel “sogno americano“, e non gli concesse alcuna attenzione dopo aver scelto il baseball come modo per pagarsi da vivere, Moe Berg ha parlato correntemente tedesco, giapponese, francese, italiano, spagnolo e portoghese, oltre a conoscere superficialmente un'altra dozzina tra lingue e dialetti, compreso il Farsi. Quando venne reclutato dai servizi segreti su suggerimento di Nelson Rockefeller e Will Donovanvenne inviato all'estero e spiare i fisici e scienziati che potevano essere al corrente dei progressi dei nazisti che, al parti degli Alleati, tentavano di ottenere l'arma di distruzione di massa che avrebbe influito in modo decisivo sulle sorti del conflitto.

Il dono di apprendere con facilità le lingue e l'arguzia che aveva dimostrato di possedere spontaneamente durante un viaggio in Giappone, che si rivelò una sorta di esperienza spionistica di prova, resero Berg un candidato perfetto per il lavoro che lo appassionò almeno quanto il baseball . Selezionato per una missione speciale dal nome in codice Progetto Larsonprese parte alla più ampia Missione Alsos, acquisendo informazioni dai migliori fisici italiani per scoprire cosa sapessero su un programma di bombe con un ascensore potere distruttivo che la Germania nazista stava portando avanti. Nel 1944 Berg si recò in Italia per incontrare i fisici Edoardo Amaldi e Gian Carlo Wicki quali dichiararono di non aver svolto alcuna ricerca atomica per i tedeschi. Gli stessi avrebbero ammesso che, anche se i tedeschi avrebbero lavorato a una bomba atomica, ci avrebbe voluto”almeno un decennio per completarla“.

Scoprire, sabotare e se necessario “uccidere”

Nel dicembre 1944 l'Oss venne a sapere che il famoso fisico tedesco Werner Heisenberg avrebbe lasciato la Germania per tenere una conferenza a Zurigo. A Berg fu ordinato di partecipare alla conferenza sotto falso nome, spacciandosi per uno studente svizzero, con l'obiettivo di mettersi in contatto con il professore Heisenberg. Armato di una pistola calibro .45 e di una capsula di cianurola spia che sapeva giocare a baseball partì per Zurigo con l'ordine di eliminazione quello che era ancora considerato “il tedesco più pericoloso nel campo della fisica”, in qualità di direttore del programma nucleare nazista.

Il 18 dicembre Berg partecipò alla conferenza e si accomodò tranquillamente, con la sua pistola in tasca, davanti a un piccolo pubblico di professori e laureati. Heisenberg non rivelò nulla riguardo a un programma nucleare tedesco durante la conferenza, ma Berg riuscì a incontrarlo Paolo Scherrerfisico svizzero ospite di Heisenberg e fonte dell'Oss, e ad assicurarsi un invito a cena con Heisenberg più tardi quella settimana. Quella sera Berg ascoltò attentamente la conversazione, e secondo lui non c'era alcuna indicazione che i tedeschi fossero vicini a ottenere una bomba atomica.

Ci sono dei leciti dubbi su come andò con Heisenberg, tuttavia. La narrazione “tradizionale” sostiene che Berg ascoltò il discorso di Heisenberg su un argomento di fisica totalmente estraneo, o non che non comprese davvero quanto esposto dallo scienziato a causa della sua scarsa conoscenza della fisica. Anche se questo metterebbe in dubbio le sue precedenti missioni in Italia. Altri asseriscono addirittura che Berg non conosceva abbastanza il tedesco e che per questo motivo non aveva compreso la conferenza di Heisenberg nella sua interezza. In ogni caso capì, come la storia dimostrerà, che lo scienziato nutriva ideali antinazisti e che i tedeschi erano incredibilmente indietro nella corsa all'ottenimento di un'arma basata sull'energia nucleare. Tanto bastò a lasciare Heisenberg in vita ea non fare di lui un assassino o un suicida per mezzo del cianuro che lo avrebbe messo al sicuro dalle torture della Gestapo. Era infatti molto remota la possibilità che l'agente Berg riuscisse a eliminare lo scienziato senza essere arrestato o catturato.

La fine poco fortunata di un uomo misterioso

Nel libro La brigata dei bastardila vera storia degli scienziati e delle spie che sabotarono la bomba atomica nazista, l'autore Sam Kean ripercorre la Missione Alsos, scrive che il capo dell'operazione Boris Pash era coinvolto nell'intelligence mentre Berg “era coinvolto nello spionaggio e in tutto il romanticismo che ne consegue”. Per alcuni il contributo cruciale di Berg alla guerra fu quello di “rassicurare” Robert Oppenheimer e gli altri scienziati che stavano lavorando al Progetto Manhattan riguardo la competizione che vedeva i nazisti in svantaggio; oltre a quello da reclutare, con un netto anticipo sulla Guerra Fredda, gli scienziati europei sono disposti a trasferirsi e mettere la loro conoscenza al servizio degli Stati Uniti. Da qui il gioco di parole derivante dal ruolo di “ricevitore” nel baseball: Berg continuava davvero a”ricevere“bene, come ai tempi dei Red Sox.

Tornato negli Stati Uniti nella primavera del 1945, in agosto si dimise dalla Unità Servizi Strategici che stava succedendo all'Oss. Per i servizi resi gli venne conferita la Medaglia della Libertà dal Presidente degli Stati Uniti d'America Harry S. Trumanlo stesso uomo che ordinò di lanciare le atomiche di Hiroshima e Nagasaki. L'onorificenza, assegnata a coloro che hanno dato”un contributo meritorio speciale per la sicurezza o per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, per la pace nel mondo, per la cultura o per altra significativa iniziativa pubblica o privata” venne rifiutata da Berg, e accettò dalla sorella quando gli venne riassegnata postuma.

Moe Berg, l'enigmatico genio che aveva vestito con coraggio i panni della spia, per amore dell'America ma anche per fascinazione, morì a causa di un banale incidente domestico all'età di 70 anni. In seguito si scoprì che, dopo la guerra, aveva tentato un'ultima missione per la Cia nel 1952. La missione, che si concluse senza successo, mirava a ottenere informazioni sui progressi del programma nucleare sovietico. Questo segnò di fatto la fine della sua carriera di agente segreto anche se i servizi segreti statunitensi lo avevano già formalmente congedato.

I suoi resti furono cremati e dispersi su uno dei monti che dominano Gerusalemme. Pare che negli ultimi anni di vita stesse pensando di scrivere un'autobiografia nella quale forse avrebbe svelato dettagli importanti sulle sue attività di spionaggio e sulla sua vita misteriosa.

Ma tali segreti morirono con lui. Al contrario, il suo saggio Lanciatori e ricevitoririsalente al 1941, è stato nuovamente elogiato nel 2018 dal New York Times come “una delle opere più perspicaci mai scritte sul gioco del baseball“.



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