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Pamela Mastropietro, ricorso di Oseghale in Cassazione. La madre della vittima: “Nessun rispetto”


La difesa di Oseghale innocentecondannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio e lo smembramento di Pamela Mastropietropunta al ricorso straordinario in Cassazione per ottenere una revisione della condanna. “Ci auguriamo che la Corte di Cassazione prenda atto del nostro ricorso, annulli o revochi la sentenza, dunque revochi la condanna all'ergastolo”, ha dichiarato l'avvocato Simone Matraxialegale dell'imputato insieme al collega Umberto Gramenziin un'intervista all'Adnkronos.

Immediata la replica della madre della vittima, Alessandra Verni. Per la mamma di Pamela Mastropietro: “Sto veramente maschio. A sei anni e dieci mesi (dalla morte di Pamela, ndr) mi arriva questa nuova batostaè troppo: non c'è rispetto per le vittime e per le famiglie delle vittime. Non è giusto”.

(Ansa)

Per ripercorrere la vicenda, bisogna tornare al 30 gennaio 2018. Quel giorno i resti della giovane 18enne romana furono trovati chiusi in due trolley a Corridonia, in provincia di Macerata, dopo essersi allontanata da una comunità di recupero. La sentenza definitiva ha attribuito a Oseghale la responsabilità per violenza sessuale, omicidio e vilipendio di cadavere. Tuttavia, la difesa sostiene che vi sia un errore nella ricostruzione dei fatti.

“La Corte sostiene che Oseghale abbia ritardato la cessione della sostanza stupefacente affinché Pamela entrisse in casa sua e abbiano un rapporto. Ma in realtà non è stato Oseghale a fornire la droga, lui ha fatto solo da tramite”, spiega ora l'avvocato Matraxia , sottolineando che l'imputato ha sempre negato la violenza sessuale.

Secondo i legali, il reato di violenza sessuale sarebbe stato determinante per l'ergastolo. “Si tratta di un ricorso straordinario e già il fatto che sia stata fissata l'udienza il 16 gennaio è un risultato importante”, aggiunge il legale. Se la Cassazione riconoscesse l'errore, il reato di violenza sessuale potrebbe essere rivalutato e, con esso, anche la pena.

Una prospettiva che addolora Alessandra Verni: “Io spero che rispettino il dolore, tutta la violenza che ha vissuto Pamela quel giorno. Spero che rispettino il dolore di noi familiari, che di riflesso siamo anche noi vittime. Per quanto mi riguarda, io sto pagando anche con la salute questo dolore, mentre il papà di Pamela è morto lo scorso anno”.

La mamma di Pamela spera che il 16 gennaio la condanna all'ergastolo sia confermata: “Spero che i magistrati si mettono una mano sulla coscienza e rigettino tutto”. Era il 23 gennaio dello scorso anno quando, dopo un appello bis, Oseghale fu condannato in via definitiva e Alessandra Verni pensava di aver lasciato alle spalle l'iter giudiziario; qualche settimana dopo, ha dato vita a un'associazione di volontariato intitolata e in memoria della figlia.

“Ora è come tornare indietro”, sottolinea la mamma di Pamela che da anni si batte anche per far riaprire le indagini, convinta fin dall'inizio che ci siano dei complici. “Noi, tante famiglie di vittime, siamo stanche – concludono – ci parlano di carceri, di rieducazione, parlassero anche di tutela e di diritti delle vittime e delle loro famiglie, di certezza delle pene, dure e senza sconti per chi commette delitti efferati, omicidi volontari e violenza”.



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