Istruzione

Studenti reali protagonisti dell'offerta formativa? Lettera – Orizzonte Scuola Notizie


Inviata dal professore Massimiliano Lepera – In una società sempre più liquida, di baumaniana memoria, in cui c'è maggiormente bisogno di punti di riferimento e di solide basi, in particolar modo per le nuove generazioni, emerge immediatamente il problema educativo. E, di conseguenza, il mondo scuola.

Se da una parte il mondo dell'istruzione è stato oltremodo agevolato, specialmente in seguito alla pandemia da covid-19 e agli oltre due anni di didattica a distanza, dall'avvento sempre più mirato della tecnologia didattica e di tutta la strumentazione possibile, a disposizione degli studenti e del personale scolastico tutto, in primis i docenti – basti pensare alle famosessime TIC – che negli ultimi cinque anni si sono formati soprattutto in questo ambito meno conosciuto nella nostra penisola, dall'altra si tende a considerare sempre meno, o meglio si pone in secondo piano, quello che è l'essere umano nella sua totalità, nella propria essenza, come essere vivente e senziente, dotato innanzitutto di capacità psico-intellettive ed emotive molto avanzate, che tuttavia vanno guidate e direzionate sin da quando si è bambini.

Ed ecco che entra in gioco il fondamentale ruolo educativo della scuola, adibita non soltanto alla formazione didattico-disciplinare, ma soprattutto umana degli studenti, i quali devono riuscire a potersi conoscere, formare il proprio sé all'interno del sistema formativo, confrontarsi con gli altri e con il mondo circostante e insomma crescere e divenire cittadini consapevoli del mondo.

In questa direzione, se da un lato il ruolo dei docenti diventa sempre più importante, in quanto sono loro i principali attori posti al vertice nel settore della formazione degli studenti e delle nuove generazioni in generale, dall'altra ci si chiede se, specialmente in seguito agli ultimi accadimenti che hanno coinvolto la quasi totalità del mondo scolastico, o comunque buona parte di esso, sia sufficiente la semplice figura del docente nella formazione completa dei discenti oppure ci sia effettivamente bisogno di altro.

Si fa riferimento in primis a quel processo, i cui effetti stanno cominciando a emergere nell'anno scolastico in corso, denominato “Piano di dimensionamento della rete scolastica” o “dimensionamento scolastico” o più semplicemente “accorpamento”, previsto dal PNRR e approvato nell 'ultima legge di bilancio, in virtù del quale gli Enti locali propongono l'aggregazione, la fusione o la soppressione di istituti scolastici al fine di averne una “popolazione ottimale”. E tutte le classiche figure del sistema scolastico che fine fanno?

Perché è innegabile che questo processo, in qualsivoglia modo si ritenga di chiamarlo o in qualunque maniera voglia essere spiegato e giustificato, comporta di fatto un netto taglio del personale scolastico, partendo dai Dirigenti Scolastici e continuando con il personale amministrativo ei collaboratori scolastici, senza escludere purtroppo, non per ultimi, i docenti stessi.

Che se si trovano in soprannumero devono spostarsi come burattini (senza considerarne neanche qui la persona) da una scuola all'altra, inficiando notevolmente l'offerta formativa a causa della mancanza di continuità scolastica nelle classi e nei corsi di riferimento, che già si trovano in preda a questo annoso fenomeno della continua alternanza dei docenti per via del macroproblema delle supplenze e dei docenti ancora a tempo determinato, in attesa di sistemazione e passaggio in ruolo tramite i concorsi appositi. Che per fortuna, pur con alcune riserve e critiche mosse anche da parte dei sindacati, sono ripartiti in maniera abbastanza frequente dall'anno 2022 in poi.

Ebbene, si rimarca dunque il punto sottolineato più su, ovvero la necessità di assicurare agli studenti un'offerta formativa salda da una parte, ma dall'altra anche la formazione del proprio sé all'interno degli istituti scolastici e non soltanto per mezzo della mera applicazione dell'iter didattico-disciplinare. Nella scuola italiana, e in particolare modo al Sud, infatti i problemi non sono affatto pochi e oltre a riguardare la fatiscenza e la carenza strutturale di alcuni edifici scolastici, privi di spazi effettivi ma anche talvolta della strumentazione apposita al fine di garantire una didattica e formazione efficace ed efficiente, riguardano non da ultimo le figure preposte a racconto processo educativo.

Che è uno dei più importanti di sempre per la formazione delle nuove generazioni, in quanto la scuola da sempre si pone, in linea con la famiglia e a stretto contatto con essa, come il più potente mezzo educativo per i giovani di oggi, società del futuro . Si intende che chi esce da un istituto scolastico, che sia esso una scuola dell'infanzia o primaria o una scuola secondaria di I o di II grado, naturalmente in base alla fascia di età e alle conseguenti e annesse esigenze, deve poter essere messo nella condizione di utilizzare tutte le proprie capacità psico-intellettive, sviluppando ad hoc quel sistema di conoscenze, competenze e abilità del Quadro Europeo delle Qualifiche che consentono loro di sviluppare a pieno la propria persona e personalità, non soltanto dal punto di vista culturale, ma anche etico, morale e personale.

Ciò significa che la persona, intesa a 360 gradi, non può essere costituita soltanto da ciò, ma necessità anche di altro. E per altro si intende l'ascolto, il supporto, l'assistenza, la formazione apposita in ogni aspetto della vita, in concomitanza con la famiglia e al suo fianco. Ecco perché, soprattutto negli ultimi anni, specialmente in seguito alla pandemia da covid-19, dove si è moltiplicata vertiginosamente l'esigenza di un supporto psicologico da parte dei più piccoli, ma in generale in questa società che corre tanto e privilegia l'istantaneità alla riflessione accurata e ponderata, che metterebbe altresì in atto una serie di meccanismi psico-cerebrali atti a far crescere ulteriormente l'individuo, si è manifestata con maggior forza e convinzione l'esigenza di avere, all'interno degli istituti scolastici, delle figure specializzato di questi e altri settori, le quali, attraverso la loro formazione specifica e le proprie competenze, possono contribuire al miglioramento e allo sviluppo di ogni aspetto della singola persona, dandole importanza e rilevanza per ciò che è e in base alle potenzialità che ha.

Il docente resta sempre preposto in primis a questo ruolo, ma il suo costante e stoico lavoro nelle classi non può, per logiche ragioni, estendersi a 360 gradi né 24 ore al giorno, in quanto da una parte la burocrazia avanzante ne limita e circoscrive le funzioni didattiche, dall'altro l'effettiva mancanza di tempo diventa un ostacolo. È naturale che un docente, pur essendo presente anche molte ore in una classe – nella più rosea delle ipotesi tra le 7 e le 10 ore settimanali – non sarà mai in grado di abbracciare in toto le esigenze degli studenti sia singoli che in gruppo, in quanto non arriverà mai a coprire, per ovvi motivi, lo spazio temporale delle 30-32 ore settimanali, in media, in cui gli studenti si trovano in classe e tra i banchi di scuola.

E per quanto lo sviluppo delle competenze socio-psico-pedagogiche e antropologiche, nonché linguistiche e informatiche, sia stato ancor più massiccio negli ultimi anni – dati i requisiti richiesti negli ultimi concorsi per il ruolo scolastico – tuttavia non si potrebbe mai pretendere che ciò sia esaustivo e completo, perché semplicemente i docenti svolgono già un ruolo importante e complesso di per sé, adempiendo a ulteriori funzioni aggiuntive che, oltre a non essere remunerate sufficientemente, non potranno mai essere sostitutive di un esperto del settore, che si è formato proprio ad hoc.

L'osservazione partecipante negli istituti scolastici, al fine di scovarne problematiche e poterle affrontare e risolvere in un lavoro di team building cooperativo tra esperti, docenti, formatori, studenti e famiglie, sarebbe necessaria pertanto per ridurre vertiginosamente numerosi ostacoli all'offerta formativa da una parte, alla formazione del sé degli studenti dall'altra.

Si intendono in particolare modo psicologi, sociologi, antropologi, pedagogisti, educatori e tutti coloro che, grazie a una serie di competenze adibite ad hoc, potrebbero, in totale supporto dei docenti – i quali avrebbero la possibilità di svolgere il proprio lavoro in toto e meglio, senza improvvisarsi a volte in ruoli che non gli spetterebbero e di cui al momento devono fare le veci, loro malgrado – apportando agli istituti scolastici in particolare e al sistema dell'istruzione italiana in generale un benessere su tutti i fronti. E allora sì che finalmente lo studente, il singolo individuo, la persona, potrà nella realtà essere al centro del suo stesso processo formativo, come protagonista assoluto, che deve effettivamente essere, della scuola e del mondo dell'istruzione.



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