Azure Blue – The Night Of The Stars
“La Notte Delle Stelle” di Blu Azzurro – poliedrico musicista svedese – è uno di quei dischi che riescono a guardare al passato con un piede ben piantato nel futuro. Sì, perché l'opera nuova di Tobias Isaksson – questo il vero nome del Nostro – coniuga quasi alla perfezione il suono epico dei Nuovo ordine d'annata con alcune delle produzioni attuali (soprattutto quelle di matrice UK).
Un vero e proprio brodo di giuggiole per chi è amante delle sette note e dei piccoli inni plasticosi (nella migliore accettazione del termine, naturalmente) dal chiaro retrogusto Anni ottanta. Brani luccicanti come “What Is Love?”, per esempio, trasportano l'ascoltatore in un universo patinato che sa di pattini a rotelle e di serate al neon.
Mentre l'inno – electro-new-wave – che risponde al nome di “Under The Stars” rappresenta uno dei pezzi chiave dell'intera tracklist, pieno com'è di rimandi a gruppi che hanno scritto la Storia della musica a suon di sintetizzatori e di ritornello appuccicosi. Quello di Blu azzurrodel resto, è un lavoro decisamente certosino. Già, perché provando a scandagliare con estrema attenzione le dieci canzoni che vanno a comporre l'album in questione (e la rima baciata non è affatto voluta), appare alquanto difficile restare indifferenti di fronte alla magnificenza creativa di tracce quali “Define Your Dreams” e “La mia luce guida”.
E se la prima rappresenta un vero e proprio omaggio ai synth che furono, la seconda è un pezzo(ne) dannatamente incisivo che s'infila nella testa come il fermoimmagine di un vecchio film di Falegname. Il disco si conclude sulle note sognanti di “Martyrs”, uno di quei brani tagliano a fette l'atmosfera e che riscaldano cuore e anima di tutti coloro che sono devoti al sognante d'autore. Tirando un po' le somme, dunque, potremmo definire “La notte delle stelle” come uno dei lavori più interessanti di questo 2024. Blu azzurro si dimostra – ancora una volta – artista di razza.
Ecclettismo e semplicità, la notte delle stelle ha indossato il suo vestito migliore. Lode a te, Tobias Isaksson.