Istruzione

Smaila a Sanremo, Times Square a Londra, l'inglese di Fitto, gli abbiocchi di Lotito: gaffe, strafalcioni, scenette di un anno di governo – Il Fatto Quotidiano



Le strepitose occasioni di satira offerte dall'era berlusconiana non sono affatto morte con l'ex Cavaliere: il governo Meloni in questo 2024 è stato punteggiato da miriadi di momenti tragicomicia metà tra un cinepanettone e una slapstick degli anni Venti, che non fanno affatto rimpiangere gli scivoloni del fu Berlusconi.

Gaffe, o come si dice nel gergo social “momenti cringe”, si sono sprecate nell'anno appena trascorso che è iniziato proprio col botto con la vicenda del Capodanno Far West di Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario meloniano alla Giustizia, e del deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo. “Una storiaccia”, come l'ha definita il senatore del Pd Walter Veriniche tuttavia non ha impedito all'intrepido Delmastro di incespicare rovinosamente in occasioni successive: a Ferragosto, in occasione della sua visita nel carcere di Brindisi, dove, stando a sue dichiarazioni, “non si è inginocchiato alla Mecca dei detenuti” ma è andato per rendere omaggio alla polizia penitenziaria, si è fatto immortalare con un agente in una zona dell'edificio in cui campeggiava un cartello di divieto di fumo. Piccolo dettaglio: il sottosegretario teneva tra le dita una sigaretta. La foto, pubblicata da Delmastro sul suo account Instagram, non è sfuggita agli sberleffi degli internauti, così l'ha subito cancellata.

Altra fulgida sortita del meloniano, che, pur essendo sottosegretario alla Giustizia, non disdegna l'espressione “reato penale”, si è registrata quando il 13 novembre, nel corso della cerimonia di consegna di una nuova auto blindata con cellula detentiva per il trasporto dei detenuti in regime di 41-bis e di Alta sicurezza, ha declamato con piglio marziale: “L'idea di vedere sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, l'idea di far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è sicuramente per il sottoscritto un'intima gioia“.

Nel parterre dei ministri meloniani gaffeur, spicca anche Daniela Santanchè e il suo “Gattopardo di Lucchini”inciampo in cui la titolare del dicastero del Turismo è incorsa in occasione degli Stati Generali del Cinema a Siracusa lo scorso 12 aprile. Il parlamentare di Fratelli d'Italia, già imputata per truffa all'Inps sulla cassa integrazione Covid e per la quale è stato ha chiesto il rinvio un giudizio per falso in bilancio nell'ambito della vicenda Visibiliasi è anche distinta per la sua refrattarietà alle dimissioni, nonostante da 13 anni a questa parte abbia mostrato un desiderio quasi pantagruelico di destituzione per chiunque, come confermano le sue “urla” indignate sui social (da Formigoni a Monti, fino a Conte, a Lamorgese ea Speranza).

Non è da meno il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara col suo disinvolto congiuntivo e la gaffe del suo videomessaggio proiettato in occasione della presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati.
E ancora: il ministro degli Esteri Antonio Tajani che in quella megalopoli digitale che è X ha cadenzato la sua attività sociale con tributi ai nonni, omaggi alla Madonna, peana al crocifisso, lodi ai centri per i migranti in Albania (spacciati per albergo a 3 stelle con aria condizionata e addirittura materassi, nonché strumenti finalizzati a “tagliare le unghie alla malvita organizzata”).

Fuori dal perimetro ministeriale, speciale menzione meritano il senatore di Forza Italia Claudio Lotito coi suoi pisolini a Palazzo Madama e il presidente del Senato Ignazio La Russa con la sua pervicace allergia a dichiararsi antifascista, ma anche con le sue stravaganti proposte “culturali”, come l'appello ad Amedeo e agli organizzatori del Festival di Sanremo di invitare il fumetto Umberto Smaila per parlare delle foibe o la richiesta a Valditara per adottare nelle scuole italiane l'ultimo lavoro letterario di Italo Bocchino come libro “contro le bugie della sinistra”.

Dulcis in fundo, restano i due veri fuoriclasse delle topiche dell'evo meloniano: l'immarcescibile ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e l'ex ministro Gennaro Sangiulianoche con la sua cantonata su Times Square, la sua scivolata su Galileo Galilei e il suo ship-show con Maria Rosaria Boccia resterà negli annali della comicità politica.



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