Istruzione

Bollette, il grido di dolore di imprese e Confindustria: “Costi fuori controllo (+ 50%), il governo intervenga” – Il Fatto Quotidiano


Aziende italiane sul piede di guerra per i costi dell'energia. Gli appelli al governo hanno cadenza quotidiana. Confindustria stima un aggravio di costi per imprese e famiglie 10 miliardi di euro, con bollette che costano il 50% in più della media dell'anno scorso E oggi Arvediuno dei più importanti gruppi siderurgici italianiha acquistato pagine su tutti i principali quotidiani per descrivere come vengono strutturate le tariffe energetiche. Arvedi, azienda energivora, soffre particolarmente l'aumento dei costi. Ma va detto che la comunicazione lascia il tempo che trovaincluso il riferimento al “dovere di difendere i posti di lavoro” (e non i profitti della proprietà).

Da sempre infatti il prezzo dell'energia la fa fonte più cara. Se la domanda è tale da richiedere di mettere in funzione anche le centrali meno efficienti perché chi produce energia a minor costo dovrebbe venderla a prezzi più bassi? Qualcuno direbbe “è il mercato bellezza”. Quel sacro mercato che tanto piace alle aziende, Arvedi inclusa.

La verità è più semplice. L'Italia, da decenni, è un paese che consuma molto gas. Paesi come Francia o Spagna, che possono contare anche su altri fonti, sono meno esposti alle sue variazioni. La fine dell'arredamento a basso costo dalla Russia ha un costoe questo costo lo pagano famiglie ed imprese. Il gas russo via gasdotto è stato sostituito, in larga parte, dal più costoso gnlche arriva per lo più da Stati Uniti, Qatar e dalla stessa Russia. Ciò fa si che i prezzi siano strutturalmente più alti e che il mercato europeo sia più integrato con quello internazionale (i gasdotti sono fissi, le navi vanno dove più conviene), con citazioni che risentono di ciò che accade in ogni angolo del mondo, nel bene e nel male.

In Europa il gas si paga quasi 50 euro al megawattorasei volte di più che negli Stati Uniti che, in più, guadagnano vendendoci il loro gas liquefatto. È più del doppio rispetto a quanto si pagava prima dell'inizio della guerra in Ucrainacircostanza che ha già azzoppato la manifattura tedesca sprofondando il paese in una debole recessione. E quando le cose vanno male, si chiede l'aiuto del governo. Palazzo Chigi può certamente fare qualcosa, come era stato fatto in passato, agendo ulteriormente sulla componente fiscale del prezzo dell'energia o attraverso sussidi. Non semplice in fase di austerità e severi limiti al deficit. Confindustria chiede anche di rivedere il meccanismo con cui si forma il prezzo dell'elettricità, non basandolo esclusivamente sul gas ma dando più peso al costo delle rinnovabili efficienti.

Intanto, in prospettiva, arrivano altre notizie non favorevoli. L'Agenzia Internazionale dell'Energia segnala che il consumo globale di gas naturale è tornato a crescere nel 2024, raggiungendo un massimo storico e si prevede che la domanda di gas aumenterà nel 2025 entro il 2%, principalmente dai mercati asiatici in rapida crescita. Lo afferma l'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) nel rapporto sul mercato del gas del primo trimestre 2025.

L'Agenzia aggiunge che l'equilibrio globale del gas rimane fragile, con la domanda che continua ad aumentarel'offerta che si espande più lentamente rispetto a prima della pandemia e della crisi energetica, e le tensioni geopolitiche che continuano ad alimentare la volatilità dei prezzi. Mentre l'interruzione del transito del gas russo attraverso l'Ucraina il 1 gennaio scorso non dovrebbe rappresentare un rischio imminente per l'approvazione dell'Unione Europea, potrebbe aumentare la necessità di importazione di Gnl dell'Ue e aumentare le pressioni sul mercato quest'anno. Traduzione: altri aumentano in vista.



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