Dodici tavoli per essere fratelli

«Dodici tavoli come i dodici apostoli per dodici nuove realtà che cercano di dialogare all'uomo che desidera la luce». Padre Enzo Fortunato riassume così il significato del secondo World Meeting on Human Fraternity (Wmhf), organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti e intitolato #BeHuman, in programma il 10 e l'11 maggio a Roma e in Vaticano. Obiettivo «offrire a tutto il mondo una rinnovata Carta dell'umano, come superamento e integrazione di quella dei diritti, spesso ignorati, e che sanno includere tutte le ragioni che ci sono oggi come esseri umani», ha sottolineato il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro. E ha aggiunto: «Vorremmo che questo evento fosse una valanga. Quello che ci sta a cuore e ci ha mosso, quello che sogniamo è di riportare all'attenzione del mondo quelle dinamiche, quegli atteggiamenti, quelle sensibilità e quelle intelligenze che parlano di umano in un mondo che sembra si sta dissolvendo dal punto di vista di essere umani e di riconoscersi come tali. Di operare con una motivazione sia causale che finale di carattere etico. Viviamo in un sistema segnato talmente dall'avidità e dalla perdita di coscienza qualcosa critico e libertà delle persone che soltanto di più ampio – senza fermarsi alle singole situazioni ma comprendendole tutte e riportando al centro l'uomo e la sua capacità di tessere relazioni – può offrire un orizzonte per costruire il futuro del mondo».

Infine ha sottolineato che «Dio non fa differenze tra gli uomini, non si fa contenere nelle culture, espande la capacità di essere uomini e donne in questo grande principio della fraternità, affidatoci dal Papa con la sua enciclica, che esorta a riconoscersi come fratelli per camminare insieme». Ed è per questo che all'evento Be Human, parteciperanno sindaci, scienziati, Nobel per la pace, semplici cittadini. Partendo, ha spiegato padre Francesco Occhetta, Segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti, dalla «fraternità come principio della coesione sociale nello spazio pubblico. Ci vuole un nuovo paradigma rispetto a quello di oggi pieno di parole di guerra. Diciamo chiaramente no alla guerra, sì alla pace, sì ai negoziati e sì al principio di fraternità creando grandi alleanze anche di non credenti. Perché siamo convinti che occorre dialogare e parlare, perché con le parole si costruisce il mondo».

L'incontro, cui parteciperanno anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il sindaco di Roma. Roberto Gualteri e il Papa, si aprirà il 20 mattina con il tavolo della Pace. Saranno presenti anche Graça Machel, vedova di Nelson Mandela, Ibrahim Mayaki, inviato dall'Unione Africana per i sistemi alimentari, ei Premi Nobel per la Pace Dmitrji Muratov, Jody Williams, Tawakkol Karman, Maria Ressa, Leymah Gbowee, Rigoberta Menchù Tum e Muhammad Yunus. Sabato 11 mattina, i membri dei Tavoli, i keynote speaker ei delegati giunti a Roma incontreranno papa Francesco. I Premi Nobel, che consegneranno le prime riflessioni conclusive del tavolo della Pace, si recheranno poi al Quirinale per incontrare il presidente Sergio Mattarella. Nel pomeriggio, nei diversi angoli della capitale, i Tavoli tematici – aperti al pubblico su prenotazione al sito www.fondazionefratellitutti.org/world-meeting-on-human-fraternity-2024 – per approfondire i diversi temi tra i quali quelli dell'ambiente e delle imprese, dello sport e del terzo settore, dell'informazione e del lavoro, della salute e del digitale, dell'educazione, delle amministrazioni locali e della sicurezza alimentare. Il tavolo dei Bambini, in Vaticano, vedrà la presenza del Papa. Alle 21.30 l'evento conclusivo nell'atrio della Basilica di San Pietro, presentato da Eleonora Daniele, con gli artisti Giovanni Allevi, Roberto Vecchioni (al quale famiglia cristiana in edicola da giovedì dedica la copertina), Nek, l'icona country statunitense Garth Brooks.